L’ artigianato abruzzese, attualmente valorizzato anche in relazione al mercato turistico, è frutto di un’ abilità millenaria. Si hanno notizie, fin dal medioevo, di attività artigianali in Abruzzo e dell’ esistenza di corporazioni che tutelavano gli artigiani. In alcuni casi come l’ orifecieria e la ceramica di Castelli, si è passati dall’ artigianato all’ opera artistica.
L’arte della lavorazione è presente fin dal passato in Abruzzo ed è soprattutto dovuta all’abilità e all’ operosità delle donne. A Taranta Peligna, paese ai piedi della Maiella, non distante dall’antica Via della Lana, che univa, attraverso l’ Appenino, le città di Napoli e Firenze, vengono tessute a mano le famose “tarante”, pesanti coperte in lana, senza dritto ne rovescio, con disegni in vari colori.
Penne è invece famosa per i suoi arazzi, realizzati su di un telo orizzontale, esclusivamente in lana colorata. Anche a Sulmona, Fano San Martino e Castel di Sangro producono coperte, tappeti e arazzi in lana, mentre Scanno, Tocco Casauria e Pescocostanzo sono noti per la produzione di pizzi e merletti. A Pescocostanzo il Palazzo Fanzago ospita il museo di merletto e al Palazzo del Governatore ha sede una scuola comunale del merletto a tombola. Anche Nereto è nota per la produzione di tovaglioli che riproducono disegni e colori identici a quelli dell’antica tradizione.
Altri prodotti dell’artigianato locale sono gli oggetti in cuoio inciso nella zona del Teramano, i confetti di Sulmona confezionati in cestelli adorni di fiori , frutta e spighe, e le “Ddu ‘bbotte” cioè le fisarmoniche che con il loro suono allietano le feste abruzzesi.
Ma l’ Abruzzo è soprattutto terra di artigiani del rame e del ferro, basta fare un giro per i centri storici dei paesi per rendersi conto che cancellate, ringhiere e lampioni di ferro battuto testimoniano l’ opera, svolta nel tempo, dai fabbri ferrai. Il ferro viene lavorato all’ antica maniera arroventato sui carboni ardenti e poi battuto sull’ incudine con il martello. Il rame viene battuto con il martello di legno, dopo aver passato la lastra di rame su di un’ incudine, anch’essa di legno dalle linee curve. Con il rame vengono prodotte le tipiche conche con due manici, usate per contenere e trasportare l’ acqua, altri recipienti per il cibo, bracieri e vasi. Ogni anno ad Agosto, Guardiagrele uno dei paesi più noti per la lavorazione del ferro e del rame, si svolge una mostra – mercato dell’ artigianato dei paesi della Maiella.
Un’ altra lavorazione tipica dei paesi posti alle falde della Maiella è quella della pietra. Gli scalpellini di Lettomanoppello si tramandano l’ arte della lavorazione della pietra fin dal l’ Ottocento. I loro lavori si possono ammirare sui portali d’ ingresso, sui fregi delle balconate e della facciate degli antichi borghi abruzzesi. Un’ altro luogo dove si lavora la pietra è Poggio Picenze nella valle dell’ Aterno. La pietra che cui viene utilizzata è quella calcarea, che si può ammirare nei fregi decorativi dei palazzi e delle chiese aquilane.
Anche la produzione orafa è presente , fin dall’ antichità, in Abruzzo sia nella realizzazione di manufatti in filigrana, sia nell’ utilizzazione di tecniche della fusione, del cesello e dello sbalzo. I modelli dei gioielli sono ispirati al mondo della natura e del simbolismo magico. I centri di lavorazione dell’ oro sono Pescocostanzo, Guardiagrele, Sulmona e Scanno. Gli oggetti più ricorrenti sono: la “cannatora” giracollo formato da sfere in filigrana, le “ciacèlle” orecchini in lamina traforata e la “presentosa” un medaglione a forma di stella con al centro un cuore, simbolo di una promessa d’ amore e come tale dono destinato all’ innamorato. Un ‘ altra produzione tipica dell’ artigianato abruzzese è quella di coltelli di Loreto Aprutino. Questa lavorazione risale a circa un secolo fa, quando alcuni fabbri ferrai, vedendo diminuire le loro attività, misero a frutto la loro esperienza nella produzione di coltelli. La lama viene lavorata a mano con diversi tipi di lima, passato alla tempra, poi affilata alla mola ed infine l’ oggetto veniva arricchito con incisione del manico.
In tutto l’ Abruzzo, in passato, era diffusa la lavorazione di cesti intrecciati, usati per raccogliere, contenere e trasportare olive, cereali, uova e legumi. Un particolare canestro è la “fuscelle” di giunco usato per ricotte e formaggi.
Un’ altra lavorazione, tipica della zona di Lanciano, è quella della creta lavorata dai “pignatari” usando il tornio a pedale, su cui prendono forma pignate campanelle.
L’ artigianato della ceramica è diffusa in molti paesi dell’ Abruzzo, ma il più famoso centro di produzione di ceramica e di maiolica è Castelli, un piccolo borgo ai piedi del monte Camicia, dove fin dal 1400 i prodotti dei maestri castellani vengono esportati in tutto il mondo e molte delle loro opere sono esposte nei musei. L’ arte della lavorazione della ceramica veniva tramandata nelle famiglie da padre in figlio. I nomi più noti di queste famiglie sono: Pompei, Lollo, Grue, Gentili, Cappelletti, Fuina. Tra il ‘600 e il ‘700 l’ arte ceramica di Castelli raggiunse la sua massima espressione con l’ opera di Carlo Antonio Grue, a cui si deve il soffitto, in mattoni di maiolica decorata della chiesa di San Sonato. Gli oggetti in ceramica di Castelli sono caratterizzati da 5 colori: il giallo, il verde, l’ azzurro, l’ arancio e il bruno magnese. I soggetti rappresentati sono fiori, piante, paesaggi, stemmi, icone ed ex – voto. Ogni anno, ad agosto, si svolge a Castelli una mostra mercato.
Artigianato Abruzzese
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