In questo piccolo ed antico paese sui colli che si affacciano sulla conca Peligna, ogni anno, il primo Giovedì di Maggio, si svolge, da tempo immemorabile, la festa di San Domenico accompagnata dal rito dei Serpari.
San Domenico Abate, visse intorno al 1000, nella zona tra Abruzzo e Lazio, dedicandosi alla fondazione di eremi e conventi. La figura di San Domenico è sempre stata un punto di riferimento molto forte per le popolazioni pastorali dell’Italia centrale. A lui ci si rivolge per guarire dalle febbri, dal mal di denti, dalle morsicature dei serpenti, dei lupi e dei cani idrofobi.
Nel giorno della Festa di San Domenico, confluiscono a Cocullo pellegrini provenienti dall’Abruzzo, dal Molise, dal Lazio e dalla Campania.
Si inizia con canti devozionali e si prosegue con antichi riti legati alle qualità taumaturgiche del Santo. Si tira con i denti la corda di una campanella per preservarsi dal mal di denti, si preleva la terra conservata in una piccola grotta dietro la nicchia del Santo, e la si sparge intorno alle casa, per tenere lontana la febbre ed altri mali. Infine, a mezzogiorno, inizia la processione, la statua del Santo, portata a braccia da quattro persone, esce sul sagrato, dove stanno i serpari con tutte le serpi che sono riuscite a catturare e che, a questo punto, mettono intorno al collo della statua del Santo, per ricordare a tutti che solo lui è il vero dominatore dei serpenti.
La processione si snoda poi tra le case del paese, ricordando a tutti l’ambiguità dei serpenti che possono essere sia nemici, sia custodi di fecondità.